Si sono infilate sotto la serranda, sfruttando un momento in cui lui era passato a recuperare un mazzo di chiavi che si era scordato al bar la sera prima e, già che c’era, ne aveva approfittato per versarsi un bicchiere di Amaro Sfumato, perché gli è ben nota quella storia secondo cui il rabarbaro cinese, la corteccia di arancio amaro e il cardamomo sono un toccasana contro la fiacchezza. E lui era fiacco sul serio, dopo una notte di Capodanno come quella, di cui non ricorda molto. Ecco, sì, si potrebbe dire che ne ha un ricordo sfumato. Perfetto. Anche l’auto-freddura. Quindi, se le è ritrovate davanti, riemergendo dagli sportelli e per poco non gli prendeva un colpo. Avevano due occhi che non ti dico e che lasciavano presupporre una serata oltre ogni umana immaginazione e ai confini della psichedelia più estrema. Una delle due – quella coi capelli rossi e la catastrofe nelle pupille – si è appoggiata al bancone e ha alzato un braccio, per arrendersi ma anche per chiedere un caffè – anzi, due, come le dita che ha estratto dal pugno, a meno che non fosse un segno di vittoria per essere ancora viva – mentre l’altra non ha detto niente. Si è limitata a fissare le tazzine e, probabilmente, a immaginarle animate come in un vecchio cartone animato di Walt Disney. Altrimenti, non si spiega la sua espressione. Lui dice che la macchina è spenta, che il caffè non lo può fare, che vuole solo andare a letto ma loro non sembrano recepire né tantomeno elaborare un’informazione così chiara e semplice. Allora, decide di prodursi in questa buona azione per cominciare bene l’anno e accende la macchina, per fare questi due caffè che non saranno eccezionali, le avverte, ma è il pensiero che conta. Mentre è voltato, sente russare e si accorge che la prima, quella coi capelli rossi, si è addormentata col braccio alzato e la faccia sul bancone. L’altra invece è ancora lì, ferma, che aspetta la tazzina e, quando lui gliela porge, la incastra con delicatezza nella mano destra. “Per non farle male”, dice e sorseggia con una lentezza da bradipo, aggiungendo che dopo prenderebbe volentieri anche un sorso di quell’amaro. Lui capisce che sarà più lunga del previsto. E si rassegna. Al tempo. All’alba che diventa giorno e ai contorni sfumati, a quel gioco di chiaro e scuro, buio e luce che stringe anche le due ragazze, a loro insaputa, in un’altra giornata di un anno, dopo un altro anno, prima di un altro anno.
FINE
- Photo: Zoe Ferrara
- Model: Nicola Barzanti
- Copy: Filippo Dionisi
- Location: Caffè Rubik
Zucchero, alcol, rabarbaro, aromi naturali, acido citrico, colorante: caramello E150A