Ha pensato tutto il giorno a cosa gli avrebbe detto. A quali parole avrebbe usato per rendere l’idea senza girarci troppo intorno, appendendo le metafore al chiodo e andando dritto al punto. A come avrebbe fissato i suoi occhi per non tradire nessuna emozione in particolare, niente che potesse insomma fornire un’anticipazione del tono e del contenuto. Poi è arrivata l’attesa. E l’attesa cambia tutto.
“Cosa prendi?”
“Qualsiasi cosa che possa durare abbastanza”, ha risposto con un sorriso piegato verso il basso. Gli hanno portato una bottiglia intera. E dal nome sulla bottiglia ha preso spunto per questo stratagemma, che gli consente di tollerare i minuti che passano, senza subire la sensazione di essere ancora una volta lui quello che aspetta. C’è scritto VENTI. E allora ha deciso che conterà fino a venti, poi si alzerà, a meno che non si distragga e perda il conto. In quel caso, dovrà ricominciare.
Prima, però deve bere. È la regola. E beve. Il basilico è il primo che arriva. E il basilico lo fa pensare alla Basilicata, se non altro per assonanza. Comincia a contare. Uno. Due. Tre. Un altro sorso. Scende in Sicilia, dove ci sono le arance migliori, e nuota fino alla Sardegna, che è la terra del mirto. Chi vive in Sardegna chiama l’Italia – quella parte attaccata all’Europa, come se non sapesse stare da sola – il Continente. Questa vale come distrazione. Ricomincia.
Uno. Due. Tre. Quattro. Cinque. Dalla Sardegna si prende il traghetto e si arriva in Toscana, che è famosa per un sacco di cose ma anche perché ci sono bacche di ginepro grosse come un pisello e di un colore strano, azzurro e nero. “L’etichetta è azzurra. L’amaro sembra nero”, pensa. Si accende una sigaretta. “E il bianco?”. Ecco. Si è distratto.
Uno. Due. Tre. Quattro. Cinque. Sei. Sette. Otto. “Non sono mai stato in Abruzzo. Come si chiama…Genziana. La genziana cresce spontaneamente nelle zone temperate. Quindi, l’Abruzzo è una zona temperata”. Si sta rassegnando a ricominciare, quando sente una voce.
“Mi daresti una sigaretta?”
Fa segno di sì con la testa, colpisce il fondo del pacchetto con un’unghia e la sigaretta esce da sola. La voce se ne va, senza neanche avere preso una forma, né avere detto grazie.
Va bene. Uno. Due. Tre. Quattro. Cinque. Sei. Sette. Otto. Nove. Dieci. Undici. “Quante sono le regioni italiane?”. Ci pensa un po’, poi sorride. “Che stupido. Sono 20.” Come quel numero. Forse è per quello che si chiama così. O forse è venti, con la “e” aperta. Come il vento forza nove. Come ‘Vento di Passioni’. “Chi c’era? Brad Pitt tormentato al suo primo ruolo da manzo di talento, coi capelli lunghi tipo Renegade ma a cavallo?”
“Che stai facendo?”, gli chiede la barista.
“Conto”.
“E cosa conti?”
“Non lo so. Davvero. Non lo so”.
FINE
- Photo: Luca Di Gangi
- Model: Giorgio Nespoli
- Copy: Filippo Dionisi
- Location: Caffè Rubik
Acqua, alcol, 20 botaniche.