Il gioco è questo. Per ingannare l’attesa, cerchi di memorizzare i nomi dei cocktail scritti sulla lavagna alle tue spalle, poi cominci a ripeterli a mente, senza voltarti, fino a che non sei presa dal dubbio. Allora ti giri, guardi, dici a te stessa Ma certo, che stupida, e poi ricominci.
Il punto è che per ingannare l’attesa, devi essere concentrata. È un paradosso, ma è così. Appena ti distrai, e ti distrai facilmente, perché non puoi fare a meno di pensare da quanto stai aspettando, alla necessità di accorciare i capelli o al sapore di quello che stai bevendo, appena ti distrai, insomma, perdi il fuoco e la corretta visualizzazione mentale dei nomi alle tue spalle, però davanti a te, nell’aria. Ecco, ci siamo capiti. È un po’ il principio illusorio della persistenza retinica di Plateau o qualcosa del genere. Comunque, basta un attimo per ritrovarsi dentro al bicchiere. Con la coda dell’occhio, leggi l’etichetta sulla bottiglia, che dice Vertigo, e va da sé che sei nel mezzo di una vertigine, un giramento di testa nel bel mezzo di una festa Belle Époque, in cui tutti ti stanno intorno, con le loro maschere discrete sugli occhi, e ti chiedono Signorina, state bene? e allora tu fai cenno di sì, mentre vieni accompagnata a un tavolo tra le stelle filanti e ti passano questo bicchiere, giusto per bagnarti le labbra, ed è come mordere un bosco, perché senti le scorze, le radici, le cortecce e le bacche. Ancora, “Tutto bene, signorina?”
Sì, certo, tutto a posto, grazie. Alzi la testa e compare Franz Von Lubenstropf, rampollo della dinastia Lubenstropf, che rifiuta di prendere le redini dell’azienda di famiglia per non tradire la sua vergognosa passione per la nobile arte del cinema. Ti prende sotto braccio e ti porta sul balcone, anche se tu protesti, affermando di essere in attesa di qualcuno, ma lui da quell’orecchio non ci sente e ti appoggia al parapetto come se fossi un tappeto persiano. Con ampi gesti, ti descrive una tecnica di ripresa che ha in testa ma che ancora non sa come realizzare, forse perché non esistono le macchine adatte. Dice Riproduce l’effetto della vertigine e tu allora lo senti, quell’effetto, e qualcuno ti dice Tutto bene? Tu pensi all’ultimo nome sulla lavagna e sai di aver sbagliato. Su molte cose. Ma, nello specifico, ad accettare l’appuntamento con uno che ti fa aspettare molto più del dovuto. Ti alzi e te ne vai, lasciando sul tavolo l’impressione accesa di avere perso tempo.
FINE
- Photo: Antonio Ruscigno
- Model: Annaliska Moury
- Copy: Filippo Dionisi
- Location: Caffè Rubik
Scorze, radici, cortecce e bacche.