Da quanto tempo stia in quella posizione, nessuno saprebbe dirlo. Ci si è messo quando hanno cominciato ad attaccare le luci di Natale agli scaffali e non si è più mosso. Chi c’era, si è stancato e se ne è andato dopo qualche ora e quindi adesso è difficile stabilire esattamente il momento preciso in cui – per ironia della sorte motivato da una forma personale di protesta contro questa irragionevole esplosione di spirito natalizio – è lui stesso diventato una decorazione di Natale. I bambini entrano e lo toccano per controllare se è di carne e ossa o di cartone e scappano, quando lui, con quella faccia da gringo di uno Spaghetti Western, rotea gli occhi verso il basso. Chi sa leggere e si distingue per un’indole dietrologica lo interpreta come un manichino molto realistico spedito da La Valdôtaine nell’ambito di una sagace campagna pubblicitaria volta a promuovere l’Amaro Dente di Leone che stringe nella mano destra. Il punto è che nel bar c’è solo quella bottiglia e quindi, chi anche ne volesse un sorso, dovrebbe limitarsi a leggere gli ingredienti o arrangiarsi con una cannuccia. I più romantici colgono l’occasione per ricordare di quando, da piccoli, soffiavano via i piumini del tarassaco sfiorito ed esprimevano un desiderio. Gli arruolati nell’esercito del selfie si mettono al suo fianco e si fanno una foto nelle posizioni più creative, pregustando la condivisione abbinata a hashtag tematici come #NATALEAMARO. Infine, gli erboristi amatoriali – dopo aver svitato il tappo contando sulla solidità che la presa di quell’uomo suggerisce – confrontano le loro impressioni olfattive con gli ingredienti sull’etichetta, dicendo cose tipo “Assenzio romano, certo”, “Ci avrei giurato che c’era la radice di genziana” o “Lo sapevo: cardo santo, achillea moscata, fiori di sambuco e, chiaramente, infuso di tarassaco. Ça va sans dire”. Quando nessuno lo guarda, lui vacilla leggermente, perché non sente più il braccio e comincia ad avere la necessità di andare in bagno. Ma non si sposta da lì. Perché il Natale non può vincere ancora. E stramazzerà al suolo piuttosto che cedere al ricatto degli addobbi e delle luminarie, dei torti perdonati e della favola secondo cui siamo tutti più buoni e felici. “Non mi muoverò da qui, finché tutto questo non sarà finito”, ha detto. Tanto mancano solo altri quattro giorni.
FINE
- Photo: Marianna Fornaro
- Model: Davide Franceschini
- Copy: Filippo Dionisi
- Location: Caffè Rubik
Acqua, alcol, zucchero, zucchero grezzo di canna muscovado, achillea moscata, angelica (radice e semi), assenzio romano, assenzio gentile, assenzio pontico, basilico forte, cardo santo, radice di genziana, issopo in foglie, sambuco in fiori e santoreggia, zucchero grezzo, timo volgare e radici di tarassaco (anche conosciuto come dente di leone).