Alle 16:54, Dimitri si presenta con occhi totalmente inespressivi. Dice che ha una storia da raccontare e, insomma, lo sai come succede con Dimitri. Lo ascolti anche se hai cose molto più urgenti da fare, perché lui saprebbe comunque come attirare la tua attenzione, puntandoti un dito al petto ed esercitando la lieve pressione di un trapano a percussione. È una tecnica che gli hanno insegnato in Siberia, dice. A volte, cambia versione e sostiene di averla appresa dal discendente di un detenuto nel penitenziario di Port Arthur, in Tasmania, un posto dal quale era impossibile fuggire – almeno da vivi – per via degli squali e dei cani ferocissimi disseminati nei suoi dintorni. Oggi è così. La tecnica arriva proprio da lì. E infatti, alza un braccio e mi sbatte davanti alla faccia il muso di una bestia, che in realtà non è proprio il muso di una bestia ma il muso di una bestia feroce stampato sull’etichetta di una bottiglia.
“Lo vedi questo? – domanda, senza però aspettare una risposta, che tanto giudica superflua – Questo è il Lupo Piumato della Tasmania, praticamente invincibile, sterminato dai coloni, che pensavano si mangiasse le pecore”.
“Ok”, rispondo io.
“Adesso bevi”, e senza muoversi di un millimetro, come se la mano fosse avvitata al polso in modo da consentire un gesto meccanico senza nessun riflesso sul resto del corpo, mi versa nel bicchiere messo lì giusto un secondo prima questo Amaro Grinta, che scende nel vetro come una cascata verde in caduta libera da una montagna che non c’è, portandosi dietro radici, piante, erbe e fiori, roba tipo menta, quassio, ginepro, genepì, eucalipto, insomma tutte quelle cose che ti puoi immaginare.
Rialza la bottiglia e continua a guardarmi negli occhi con una ferocia vuota e implacabile, non diretta a me ma al mondo intero. “Come ti ho detto tre minuti fa – e l’orologio adesso segna in effetti le 16:57 – questo è il Lupo Piumato della Tasmania, animale molto grintoso ma tendenzialmente incapace di uccidere prede di grossa dimensione, tipo una pecora. Questo ci suggerisce che il Lupo Piumato della Tasmania sia stato vittima di uno sterminio ingiustificato. Ovviamente, sei d’accordo”.
“Certo”.
“Ora, vedi, io penso che ci sia un legame tra gli essere viventi, presenti da sempre sulla Terra in una sorta di numero limite che non può essere superato ma nemmeno decrescere. Il che mi porta a ritenere di essere Benjamin, l’ultimo esemplare conosciuto di Lupo Piumato della Tasmania, deceduto nello zoo di Hobart il 7 settembre 1936”.
“Immagino – sussurro, emettendo un filo di voce – immagino che tu sia nato il 7 settembre”.
“Esatto”.
Rimaniamo a fissarci. Poi, lui dice “devo andare”. Esce, scompare e, dopo pochi secondi, rientra. Alza di nuovo la bottiglia. “Salutami”, dice.
“Ciao”, obbedisco.
“Ciao chi?”
“Ciao, Benjamin?”
“Perfetto”. E stavolta se ne va sul serio.
FINE
- Photo: Anita Onofrio
- Model: Pavel Zgurean
- Copy: Filippo Dionisi
- Location: Caffè Rubik
Alcol, zucchero, infusi e distillati di erbe aromatiche, colorante: caramello (E133).