Se ne andò senza lasciare niente in casa. E lui, più che a una fuga, aveva subito pensato a una sparizione, a un gioco di prestigio, una di quelle cose non del tutto spiegabili, che però nascondono un trucco. Da piccolo, aveva assistito a uno spettacolo di magia di un prestigiatore non troppo dotato. Con un po’ di attenzione, avresti potuto immediatamente accorgerti di come riuscisse a indovinare la carta o a fare comparire dal nulla la colomba, pescarti una moneta dietro l’orecchio e infilarsi la spada in gola. Il punto è sempre distrarre l’occhio, ingannarlo con qualcosa che consenta all’illusionista di eseguire il numero alla perfezione.
Si ricordava di quella bottiglia. Era l’unica cosa che Giulia aveva dimenticato su una mensola. Non riusciva a capire se lo avesse fatto di proposito o se, semplicemente, se la fosse scordata. Quando la vide sullo scaffale, nel caffè sotto casa, se la fece passare, con la scusa di leggere gli ingredienti, mentre il barista gli assicurava che la macerazione e le infusioni di erbe e spezie erano fatte al momento della raccolta, e che non avrebbe trovato traccia di “aromi naturali”, coloranti e caramello. Lui però non ascoltava sul serio. Guardava la bottiglia e gli sembrava che, dentro la bottiglia, in quella vecchia storia dei Cavalieri Templari e del guerriero polacco Gerlando, trasferitosi in Sicilia per fare l’eremita, ci fossero Giulia, il suo costume da bagno intero e la sua mania di dire che era grassa ma che almeno così si limitavano i danni. Quando l’aveva conosciuta, lei gli aveva confessato che da giovane aveva partecipato a un programma di un’emittente locale per talenti emergenti, di qualsiasi tipo. C’erano un ballerino di lap dance, un bambino che sapeva dire tutto “L’Infinito” di Leopardi al contrario e una ragazza in grado di annodare una cravatta con i piedi.
“E tu cosa facevi?”, le aveva chiesto lui, ridendo.
“Niente”, gli aveva risposto Giulia.
“Come niente?”
“Ci vuole talento per non fare niente ed essere comunque applauditi. Non trovi?”
Appoggiò la bottiglia, si guardò allo specchio e sperò che il suo talento nascosto fosse quello di dimenticare, il più in fretta possibile, quella ragazza che non sapeva fare niente ma lo faceva benissimo.
FINE
- Photo: Alessandro Zanini
- Model: Federico Zoni
- Copy: Filippo Dionisi
- Location: Caffè Rubik
Acqua, zucchero, alcol, erbe aromatiche.