Si risveglia e non si ricorda cosa sia successo, dove si trovi e perché. La prima cosa che vede è la bottiglia. Poi, dalla bottiglia risale e allora è come accecato dalla riflesso della luce sulla pelle della ragazza e la sua testa viene immediatamente invasa da un vortice di quelle onomatopee che nei fumetti starebbero per una scazzottata o una sparatoria.
Appoggiare nuovamente la nuca al pavimento gli sembra la cosa più saggia da fare.
“Non mi starai mica guardando le mutande?”, dice lei.
Non sa rispondere. Non sa nemmeno chi sia la ragazza che sta parlando.
“Se mi stai guardando le mutande, ci metto un attimo a dartene un’altra”.
Adesso comincia a ricordare. Si tocca la fronte e sente un rigonfiamento sospetto. Il quadrante del suo orologio è rotto e la lancetta delle ore è ferma, mentre quella dei minuti rimbalza compulsivamente. Questo lo riporta a quando, in piedi in mezzo a una folla di gente, aveva chiesto un brandy, che però era finito. Il barista gli aveva quindi proposto questo Amaro Guelfo, che non era brandy ma ne conteneva un’alta percentuale, combinata a cose come assenzio romano, zenzero, rabarbaro, cardamomo, ginepro, alloro, carciofo, mirra, anetolo, chinotto.
“Insomma, c’è tutto l’orto”, aveva risposto lui, così, tanto per fare il simpatico. Nessuno aveva riso ma lui aveva comunque detto che andava bene, allungando un braccio per afferrare il bicchiere. Solo che, avanzando così, alla cieca, la sua mano aveva sfiorato il seno di una ragazza, quella ragazza, che, istintivamente, aveva impugnato la bottiglia stessa per il collo e, urlando “Porco Maniaco!”, l’aveva colpito dritto in fronte, scatenando un fuggi fuggi generale. Questo, lui, non poteva ricordarlo ma doveva essere andata proprio così, visto che ora, in tutto il bar c’erano solo loro due. E il barista, nascosto dietro il bancone.
“Ti fa male?”, chiede lei, senza tradire un vero interesse per la risposta, qualunque essa sia.
Comunque, sì. Gli fa male. Un male cane.
“Dovresti saperlo che non ci si comporta così. Dove pensi di essere?”
Si rialza a fatica, appoggiandosi sui gomiti, e lei ha uno scatto di difesa, da vero ninja. Maneggia quella bottiglia come fosse un’arma letale e lui si domanda che problemi abbia, che cosa le abbiano fatto per trasformarla in quella macchina da guerra perfetta, capace di lasciargli sulla pelle un segno così profondo. La fissa, ancora stordito. E pensa che, in altre circostanze, avrebbe una voglia matta di chiederle chi è, quando è nata, qual è la sua stagione preferita, dove vive e cosa fa nei prossimi 50 anni.
FINE
- Photo: Vittorio Valentini
- Model: Natalia Paletta
- Copy: Filippo Dionisi
- Location: Caffè Rubik
Acqua, alcol, assenzio romano, zenzero, rabarbaro, olio essenziale di angelica, cardamomo, ginepro, alloro, carciofo, mirra, anetolo, chinotto.