Non è che i bar siano sempre pieni, cosa credi. Ci sono giornate in cui non passa nessuno e allora ti annoi, perché i minuti sembrano ore e le ore mesi. Insomma, quando succede, devi trovare un modo per mandare avanti l’orologio e non spalmarti sul bancone, che non è mai una bella cosa da vedere. Personalmente, ho un metodo che se vuoi puoi appuntarti, perché la solitudine è una brutta bestia. Si tratta di immaginarti che ogni bottiglia sia una persona, i più mistici potrebbero definirlo uno spirito ma io preferisco le persone, perché gli spiriti hanno un che di intangibile ed etereo, mentre a me serve gente brillante. Se sono fortunato, ci sono clienti che sono piuttosto abitudinari e allora è più facile, perché puoi associarli alle bottiglie, che hanno già un volto e un corpo. Magari gli cambi i vestiti. Per esempio, c’è questa ragazza, con i capelli ricci. Ecco, lei di solito arriva verso le 11 di sera, mi fa un sorriso e guarda alle mie spalle, come se stesse ispezionando gli scaffali alla ricerca di qualcosa di preciso. Ci mette un po’ – magari si vergogna di essere tanto prevedibile, senza capire che invece mi sta salvando la vita – ci mette un po’ ma poi prende sempre la stessa cosa. “Il San Simone c’è?”, chiede. Ovviamente c’è. Quando vedo che sta per finire e non ho altre bottiglie, lo nascondo per lei. Per lei, c’è sempre. Una volta le ho chiesto perché le piace tanto e lei mi ha risposto che le ricorda Torino, dove ha vissuto per qualche tempo. E poi perché non è molto alcolico e ha un profumo che la fa pensare a una gita che ha fatto un giorno nei dintorni della città, quando i contorni della metropoli industriale lasciavano gradualmente il posto a qualcosa di completamente diverso, piante, erbe, cose così. Mi ha detto che si è informata e ha scoperto che l’ha inventato un farmacista. Quindi, insomma, non può fare così male. Quella volta abbiamo riso. Però, quello che mi è rimasto più impresso è l’espressione concentrata che assume, quando, prima di bere, chiude gli occhi e cerca come di versare nel bicchiere un ricordo, come fosse il ghiaccio. È la stessa espressione che ha quando me la immagino vestita con i colori del suo amaro preferito, seduta con le gambe incrociate sul bancone. Io sto a mia volta seduto per terra e la guardo. Stiamo in silenzio. Vorrei dirle di buttarsi, di non avere paura, come se io fossi un pompiere e lassù ci fosse un incendio. Ma va bene anche così. Tanto tra poco si chiude.
FINE
- Photo: Davide Franceschini
- Model: Mara Galdino
- Copy: Filippo Dionisi
- Location: Caffè Rubik
Erbe e droghe vegetali selezionate.