Quando, insospettito dalla serranda mezza sollevata e dai rumori inusuali provenienti dall’interno nel bel mezzo della sua ronda notturna, il vigilante fa il proprio ingresso nel bar, Pavel e Ramona puntano tutto sulla presunta devozione religiosa di chi ogni giorno rischia di trovarsi all’improvviso con il bacio di una pistola stampato in fronte. Con quel grugno da marinaio preso a bottigliate, Pavel non sarebbe credibile ma Ramona ha un bel faccino d’angelo, tanto che tutti, quando era piccola, le dicevano “Ma com’è carina. Sembra Santa Maria Goretti”, anche se lei, onestamente, chi fosse questa Santa Maria Goretti non lo sapeva davvero. Comunque, nella macchina che hanno rubato, appeso allo specchietto retrovisore, c’era questo rosario e lei se lo è portato dietro e lo tiene in tasca, perché ha scoperto che passare le dita tra i grani la rilassa, mentre Pavel cerca di aprire il registratore dove stanno i soldi con il solito cacciavite. Si butta in testa uno scialle e allarga le braccia, come quei santini di Santa Maria Goretti che le facevano vedere per chiarire la cosa, si avvolge il rosario alla mano e aspetta che Pavel la illumini con la torcia dal basso, nascosto dietro il bancone, solo che Pavel ha un problema di mira e inquadra la bottiglia che le sta di fronte e ormai non ci può più fare niente.
Il vigilante entra e rimane di sasso. Per qualche istante non dice nulla. Ramona ha le gambe che le tremano ma si sforza di rimanere immobile, almeno nella parte superiore del corpo, e di fissare un punto a caso nello spazio, perché i santi sembra sempre che non guardino niente in particolare.
All’improvviso, il vigilante si butta per terra e le sue ginocchia fanno un rumore assurdo sul pavimento. Pavel, che non sa che sta succedendo dall’altra parte del bancone, ha un sussulto.
Sente che potrebbero rimanere così per ore, quindi decide di rischiare e, improvvisando un falsetto, dice come una voce fuoricampo qualcosa del tipo “Figliolo…”.
Il vigilante alza gli occhi al cielo e poi fissa Ramona, che non si muove di un millimetro, quindi si concentra sulla bottiglia fasciata di luce come un attore al centro del palco.
“Cosa vedi, figliolo?”, chiede la versione castrata di Pavel, più per curiosità che per altro.
“Amaronna”, dice il vigilante.
Pavel, a quel punto, pensa che gli sia andata proprio bene e lo prende anche un po’ in giro. Gli dice “Ci credi nellamaronna, figliolo?”
“Madre, anche tu sei del sud?”, guaisce quasi in estasi il vigilante.
“Come?”
Poi il vigilante si lancia in una preghiera in dialetto a occhi bassi e mani giunte, fino a quando alza la testa e chiede a Ramona se può bere un sorso di quella cosa sicuramente miracolosa che sta sul bancone. Pavel risponde “Sì, ma lascia che te la porga io” e tocca con un gomito la gamba di Ramona, che con la mano libera sposta soavemente l’amaro verso il vigilante, il quale si attacca al collo e commenta estasiato “È alla melagrana. Sapevi della Sicilia, madre! Grazie per questo segno”.
“Ora vai”, esclama Pavel.
“Sì”.
“Vai, corri lontano e non voltarti”.
“Abbasso la serranda?”
“Non preoccuparti, ci penso io”.
“Grazie, madre”. E se ne va.
Dopo qualche minuto, Ramona lascia cadere le braccia e dice “Me la sono fatta addosso”.
FINE
- Photo: Marco “Tombo” Ghilardi
- Model: Bianca Militello
- Copy: Filippo Dionisi
- Location: Caffè Rubik
Acqua, infuso idroalcolico di succo di melagrana (27%), piante aromatiche.