Questo è il momento esatto in cui Rognoni Fabio – 33 anni compiuti il 12 maggio scorso, toro ascendente scorpione, di professione meccanico – guarda il proprietario del locale entrare a rallentatore attraverso la voragine aperta nella vetrina del bar in cui probabilmente ha investito tutti i suoi risparmi e si chiede (Rognoni Fabio) come ha fatto a finire in quella situazione. In realtà, se lo chiede già da un po’. Ha cominciato a chiederselo verso le 5:30 del mattino – lo sa, perché c’è un orologio alla parete che gli ha fatto pensare a quei processi in tv o a quei film in cui il magistrato o la polizia ti domandano a che ora hai visto o fatto una cosa e tu, in un modo o nell’altro, riesci ogni volta a dire una roba tipo “erano le 10” o “erano appena passate le 11:30”, il che gli è sempre sembrato strano, perché lui fa una certa fatica a ricordarsi gli orari, ma adesso pensa che magari in giro ci siano più orologi di quanti se ne possano notare, così, distrattamente. Comunque, si interroga sulla sua situazione da circa le 5:30 del mattino, quando, dopo essere rimasto un po’ fermo immobile a contemplare lo squarcio nella vetrina che gli ricorda quel parabrezza di una Fiat Duna colpita da un sasso lanciato da un cavalcavia anni prima nei pressi di Spinaceto, ha cercato alle sue spalle qualcosa che potesse aiutarlo a riflettere meglio. A calmarsi, insomma. Quindi, a quell’ora, ha afferrato questa bottiglia che gli dava abbastanza fiducia, perché c’era scritto “Meditazione” sopra, e ha preso anche un bicchiere, perché è una persona educata e sua madre, ogni volta che lo sorprendeva a bere a collo, gli dava una pizza in faccia che, col tempo, gli ha fatto passare la voglia. Anche quando va a bere una birra, non esiste che non si faccia dare un bicchiere di plastica. Comunque, sente subito il sapore della liquirizia e poi della maggiorana. Si calma ma non riesce a pensare. Prova a leggere l’etichetta e, sotto “Meditazione”, c’è scritto “Vitalis”, ma gli si annebbia la vista e sembra che legga ma non legge, perché pensa a tutt’altro. Cioè, alla ragazza che gli entra in officina e gli dice “Hey, non so cos’abbia, può aiutarmi?” e lui, che stava seduto sulla poltrona in canottiera davanti al ventilatore acceso, si alza tipo pubblicità della Coca Cola e si dirige verso quella ragazza. La guarda e poi guarda la macchina parcheggiata fuori. La riconosce subito come una Iso Grifo 7 litri del 1968, motore 7.0 V8, capace di generare una potenza di 435 cavalli. Dissimula la propria eccitazione e accarezza con una mano il cofano.
“Che ha?”
Lei scuote le spalle e scarta un lecca-lecca, lasciando che la carta cada a terra con una lentezza aumentata dal caldo terribile. La carta arriva sull’asfalto dopo circa 15 minuti di gambe nude. Lì, risollevati gli occhi sul lecca-lecca che fa quello si presume debba fare un lecca-lecca, Rognoni Fabio – di Rognoni Mario e Corbelli Maria Luisa, incensurato e senza pendenze giudiziarie – sa che non andrà a finire bene.
A quel punto, sente un rumore. Rovescia il bicchiere, alza lo sguardo verso il proprietario del bar e pensa qualcosa da dire, prima che, afferrato un qualsiasi oggetto contundente a portata di mano, l’uomo si prepari ad agire secondo una specie di legittima difesa. Sono le 7:30 e l’unica cosa che gli viene in mente è quella Fiat Duna, macchina comunemente ritenuta orripilante ma che su di lui ha sempre esercitato un irresistibile fascino, perché gli bastavano pochi rudimenti di geometria per disegnarla con un certo realismo su un foglio di carta bianco.
FINE
- Photo: Carlotta Pircher
- Model: Giordano Deiana
- Copy: Filippo Dionisi
- Location: Caffè Rubik
Acqua, alcol, erbe di provenienza mediterranea e orientale.