È appena uscito dal tribunale, perché l’India ha aperto un contenzioso volto a stabilire se lui abbia o meno il diritto di usare quel nome. Camminando, pensava a quanto è amara la vita e mentre pensava a quanto è amara la vita, gli è venuta come questa voglia di bere proprio un amaro. Per strada tutti lo salutano con quel nome che lui forse non può usare, quindi fa finta di niente e rimugina sulla discutibile strategia difensiva dei suoi avvocati, incentrata sul fatto che “e allora Madre Teresa? Che oltretutto era pure albanese?”. Apre la porta del bar ma non c’è nessuno. Si appoggia al bancone e si affaccia per vedere se magari, che ne sa, qualcuno ha sbattuto la testa ed è svenuto. Ma non c’è proprio nessuno. I bar intorno, per qualche strano motivo, sono tutti chiusi e non ha molte alternative, allora decide di fare il giro del bancone e di servirsi da solo, la prima cosa che gli capita tra le mani, poi lascerà i soldi perché non vuole avere debiti con chicchessia. Non fa in tempo a versarne una goccia nel bicchiere che entra una ragazza e gli dice “Ma tu non sei…?” e lui, con una sorprendente prontezza, legge l’etichetta e dice “Sì, sono proprio io, il Duca Santa Maria al Monte. E per favore mi dia del lei”. La ragazza rimane di sasso ma, dopo un momento di stordimento, lo incalza e gli domanda cosa ci faccia dietro al bancone, se è un nobile. Lui risponde che, non per niente, si dice che il lavoro nobilita l’uomo e, mentre lo dice, cerca di mostrarsi sciolto, forse per contrasto alla quantità esorbitante di ghiaccio che tenta di mettere nel bicchiere. Per essere più credibile, tenta il tutto per tutto e usa la bottiglia come un gobbo che gli suggerisce la battuta “Vede signorina, noi siamo fatti di tante cose e di tanti istinti, potremmo dire che siamo composti di ingredienti provenienti dai quattro continenti, come polio montano, ginepro, genziana, zafferano, assenzio, rabarbaro, noce moscata, mirra, noci di cola, aloe del capo e china calisaia. Quello che conta, però è l’infusione, il tempo, la pazienza di saper estrarre solo le parti nobili delle piante. Ecco. Noi siamo così.”. Lei continua a guardarlo versare ghiaccio e amaro e non riesce a capire se stia facendo sul serio o se la stia prendendo in giro. Quindi se ne va, poco convinta. E mentre lui respira profondamente e sta per toccare il bicchiere con le labbra, la ragazza torna indietro e apre la porta con la faccia trasfigurata. “Ho capito. Sei quello col nome tipo una roba indiana…”. Lui alza lo sguardo. “Come il santone – dice lei – Ghali!”. Le sorride e le fa l’occhiolino. “Proprio così”. Ma tutto questo è terribilmente amaro, pensa.
FINE
Alcol, zucchero, infuso di piante officinali, caramello di puro zucchero, contiene chinino e caffeina.
- Photo: Camilla Cattabriga
- Model: Calcutta
- Copy: Filippo Dionisi
- Location: Caffè Rubik